Impatto a lungo e breve termine di un elevato indice di massa corporea sul rischio di nuova fibrillazione atriale


Uno studio ha preso in esame la relazione tra i cambiamenti nell’indice di massa corporea ( BMI ) e la fibrillazione atriale incidente in un’ampia coorte di donne.

Sono stati esaminati casi di fibrillazione atriale tra i 34.309 partecipanti allo studio Women's Health Study.

Durante i 12.9 anni di follow-up, sono stati confermati 834 eventi di fibrillazione atriale.

L’indice di massa corporea è risultato linearmente associato al rischio di fibrillazione atriale, con un aumento del rischio del 4.7% ( p minore di 0.0001 ) per ogni chilo per metro quadro.

L’aggiustamento per marcatori infiammatori ha attenuato in misura minima il rischio.

Quando le misure aggiornate di indice di massa corporea sono state utilizzate per stimare il rischio dinamico, sovrappeso ( hazard ratio, HR=1.22; p=0.03 ) e obesità ( HR=1.65; p minore di 0.0001 ) sono risultate associate ad aumenti aggiustati a breve termine del rischio di fibrillazione atriale.

Le partecipanti diventate obese nei primi 60 mesi hanno mostrato un aumento aggiustato del rischio di sviluppare fibrillazione atriale ( p=0.02 ) del 41% rispetto a quelle che hanno mantenuto l’indice di massa corporea al di sotto di 30 kg/m(2).

La prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata nel tempo.

La proporzione aggiustata di fibrillazione atriale incidente attribuibile ad aumenti a beve termine nell’indice di massa corporea è risultata considerevole ( 18.3% ).

In conclusione, in questa popolazione di donne apparentemente sane, l’indice di massa corporea è risultato associato ad aumenti a breve e a lungo termine del rischio di fibrillazione atriale, in modo indipendente dai fattori di rischio tradizionali.
Una strategia di controllo del peso potrebbe ridurre la crescente incidenza di fibrillazione atriale. ( Xagena2010 )

Tedrow U B et al, J Am Coll Cardiol. 2010; 55: 2319-2327



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